sábado, 23 de agosto de 2008

La remota contea dello Hunan

Prima di partire Gianluca ha letto che in una contea dello Hunan chiamata Jiangyong si parlava ancora un'antichissima lingua inventata dalle donne del luogo per poter comunicare tra di loro senza che gli uomini potessero capire. Abbiamo deciso di andare a vedere. Tutto prometteva un fiasco assicurato: la contea è praticamente sconosciuta e lontana dalle grandi città, l'ultima parlante nushu (letteralmente proprio "lingua delle donne") secondo le nostre fonti era morta e non conoscevamo nessuno.
E proprio su quest'ultimo punto che è avvenuto il miracolo. Sull'autobus scassato dell'andata abbiamo fatto amicizia con una professoressa di diritto proprio di Jiangyong. Dopo un primo viaggio d'ispezione il giorno dopo siamo tornati. La professoressa Zhang è venuta a prenderci in albergo con sua figlia, ci ha invitato a pranzo e portato a casa di un suo amico che ha studiato e scrive in nushu. Le due famiglie ci hanno scorrazzato per la contea e rimpinzato con ogni ben di budda per lo più sconosciuto ma delizioso. Abbiamo fatto il bagno nel fiume e nelle cascate e ricevuto in regalo riso locale e due grandi zucche che hanno attirato l'attenzione di tutti i cinesi che abbiamo incontrato. E soprattutto, siamo riusciti ad andare nello sperduto villaggio di pumei, patria del nushu...

Antes de venir a China Gianluca se había enterado de que en un contado del Hunan llamado Jiangyong se hablaba un antiguo idioma inventado por las mujeres del sitio para comunicarse entre ella sin que se enteraran los hombres. Decidimos ir a ver. Todo nos hacía pensar que íbamos a fracasar: el contado es practicamente desconocido y lejos de todo, según nuestras fuentes la última hablante había muerto y no teníamos ningún contacto allá. Sin embargo, en el bus prehistórico que nos llevaba al contado hicimos amistad con una profesora de derecho deJiangyong que nos prometió ayudarnos. EL día después, cuando volvimos, nos vino a recoger al hotel, nos invitó a comer y nos llevó a casa de un amigo suyo que estudia y esribe nushu (literalmente "lengua de las mujeres"). Desde ese momento los dos y sus familias nos han llevado por los rincones más encondidos del condado, nos han dado de comer esquisiteces desconocidas, llevado al río y a las cataratas, regalado comida local y, sobre todo, hemos conseguido ir a Pumei, patria del nushu.

No hay comentarios: